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Michele Di Salvo
15 Nov

Le primarie PD e la guerra dei sondaggi falsi

Pubblicato da Michele Di Salvo  - Tags:  primarie, PD, partito democratico, Partecipazione, Renzi, Cuperlo, Civati, Pittella, sondaggi, comunicazione politica

Le primarie PD e la guerra dei sondaggi falsi

In queste ore nel pd un popolo intero di circa mezzo milione di persone, impegnate nel sociale e nella vita di comuni e città, è chiamato a scegliere e partecipare al futuro del più grande partito di questo Paese.
Un momento di alta civiltà e partecipazione e passione democratica cui tutti dovremmo prestare maggiore attenzione e rispetto. Un popolo chiamato ad esprimersi e scegliere tra le mozioni e quindi tra i canditati, il migliore possibile per questo ruolo. Un popolo da ascoltare e che non merita di essere tirato per la giacca – come si suol dire – men che meno ingannato con falsi dati e proiezioni inventate e inattendibili.
In questi giorni, e sempre più nelle ultime ore, mano a mano che si avvicina il fine settimana definitivo, si stanno accavallando informazioni, notizie, sondaggi, proiezioni, e chi ne ha più ne metta, elaborate su dati non si sa raccolti come né con quale criterio sommati, selezionati, copincollati, tesi tutti ad un unico scopo: confermare che la partita è già chiusa e il risultato già scritto.
E questo – lo ripeto – senza alcun rispetto nei confronti delle persone che in queste ore devono ancora cominciare i congressi e le convenzioni locali.
Tutti i dati di queste ore mettono insieme circoli piccolissimi, in cui si esprimono poche decine di voti, e se ne tracciano tendenze regionali o peggio ancora nazionali trionfalistiche – nel migliore dei casi parliamo di 20mila voti su oltre 300mila attesi da qui a lunedì.
Io comprendo che ciascuno porti avanti la propria strategia, ma mi chiedo quale sia il “contenuto politico” di prendere in giro le persone, di “impressionare” con dati che non hanno alcuna scientificità e rilevanza, mi chiedo se tutta questa baldanza – ancora una volta – non serva a nascondere e coprire un grande vuoto, sia politico che di contenuti.
Mi chiedo che segretario sarà per il Pd chi si muove in questo modo ed ha questa considerazione per il suo popolo, il suo elettorato, il suo partito.
Mi chiedo infine se non ci si rende conto del pessimo spettacolo che in queste ore si sta dando, e soprattutto se non si comprende che questa gestione di queste ore alla fine danneggerà il partito intero, ovvero la casa comune in cui tutti, vincitori o meno, convivranno domani… il tutto nel rimpianto di quella classe politica e dirigente che, in altre epoche, non avrebbe mai anteposto il proprio ego al bene comune.

Allora proviamo a fare un po’ di chiarezza e dire qualche tendenziale verità.
La verità è che c’è un testa a testa – tra Renzi e Cuperlo – all’interno del Partito.
La verità è che lo scostamento – che ogni giorno varia – tra i due candidati è di circa tre punti percentuali.
La verità è che questo voto nel e del partito conta – e molto.
Abbiamo solo due precedenti ma è bene citarli e tenerne conto.
Nel caso di Veltroni vs. Letta dopo il voto nel partito, lo scostamento elettorale aperto fu del 3%.
Nel caso di Bersani vs. Franceschini dopo il voto nel partito, lo scostamento elettorale aperto fu del 3%.
Quindi, se volessimo davvero simulare, chiunque vincesse, avrebbe poi uno scarto comunque minimo. E non potrà (reciprocamente) non tenere conto del risultato interno. Che a dire la verità, visto che si parla della segreteria del partito e non della premiership, dovrebbe anche essere l’unico risultato che conta. Almeno in partiti e democrazie normali.

Il resto – almeno secondo me- è fuffa.
Fuffa enciclopedica, di cui ripropongo le migliori (o peggiori) chicche esemplari di questi giorni.
Mi auguro però che con la stessa forza e clamore e risalto con cui vengono pubblicati questi schemini e grafici, lunedì o martedì qualcuno sappia anche chiedere scusa.
Non “agli altri” ma all’intero popolo che sino ad oggi si fa a gara a prendere per i fondelli, sperando di strappare qualche preferenza sull’onda di un risultato spacciato per vero, credibile e definitivo.
Nella speranza ulteriore che – come dicevo prima – ci si accorga che tutto questo non fa bene al partito di tutti.

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