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Michele Di Salvo
02 May

Se questa è la Campania di De Luca e Caldoro

Pubblicato da Michele Di Salvo  - Tags:  Caldoro, Campania, De Luca, elezioni, m5s, partito democratico, pd, Politica, Uncategorized

elezioni_regionali_listeA voler commentare le liste elettorali ci si sente inevitabilmente come uno che spara sulla crocerossa. In barba al "nuovo" i due candidati sono gli stessi di cinque anni fa. tanto per dire. E cominciamo dalle alleanze. De Luca che cinque anni fa definì "De Mita il problema politico della Campania, di cui non se ne può più" all'insaputa di tutti stamattina lo sceglie come alleato commentando "condivide il programma". Deve essere lo stesso per Carlo Aveta - dichiaratamente fascista salernitano, consigliere uscente de La Destra che ha recentemente risposto a Storace "me ne frego!", in piena coerenza con chi evidentemente non ha "padrini né padroni": non si sa bene cosa abbia in comune Aveta con i suoi stessi compagni di lista, ma la politica ha evidentemente percorsi che la mente dei più ignora. In barba alla rottamazione renziana la lista del Pd è piena di nomi noti, e non solo per le giuste riconferme di consiglieri uscenti. Per i conoscitori delle vicende interne di partito un cencelli minuzioso delle componenti interne (vere o presunte) in un mix d'altri tempi tra uomini e donne in grado di consentire la misurazione di qualsiasi voto doppio e incrociato. Fenomenale. Al netto della nota polemica sui "figli di", non proprio con vasto curriculum politico a carico (la Amato, e la Fiola): sulla questione De Luca disse «A me questa cosa dei figli dà molto fastidio siamo l’unico paese al mondo così ipocrita da porre come problema politico questo dei padri e dei figli. I notai, gli avvocati, i commercialisti lasciano lo studio ai figli e capita pure in politica. Finiamola con queste imbecillità tutte italiane.» (implicitamente qualche maligno come il Corriere ha pensato ad un riferimento a casa propria e alle ambizioni di Piero e Roberto).

Alessandra Mussolini che pasionariamente difendeva le donne contro il maschilismo berlusconiano, nella nuova era è la porta bandiera di Forza Italia in una lista in cui c'è tutto (ciò che resta) dello stato maggiore del potentato azzurro, a partire da un Ermanno Russo recordman nazionale che si candida alla sesta consiliatura. Tra questi Armando Cesaro, figlio dell'ex presidente della Provincia di Napoli finito (altro record) una volta per decennio nelle inchieste sulle infiltrazioni camorristiche dai tempi di Cutolo ai giorni nostri... Milo e Montemarano dignitosamente non sono in lista in prima persona: lungi dall'uscire di scena sono i padrini-padroni di un'intera lista, "Noi Sud con Caldoro"... non ne sentivamo la mancanza, come del resto forse della lista più folkloristica "vittime della giustizia" che manco a dirlo ha come vessillo un noto penalista, Enrico Tuccillo. Insorgenza Civile - che notoriamente era alleata di centro destra - stavolta a caccia di un seggio in consiglio sceglie De Luca: agli elettori l'ardua sentenza. Mentre l'ex M5S Ferrillo presenta la sua lista "mai più terra dei fuochi - con Ferrillo" (ove mai il nome a qualcuno fosse sfuggito) in appoggio a Caldoro - del quale a dire la veirtà in cinque anni pochi riescono anche solo a immaginare cosa abbia mai fatto per quell'area... ma si sa... le vie della politica. Capolavoro onnicomprensivo è la lista del Nuovo Centro Destra che appoggia Caldoro: dentro si va da Pasquale Sommese (ex assessore pd e attuale assessore di Caldoro) a Ugo de Flaviis (ex margherita) sino a Pietro Diodato (ex An) a Severino Nappi (ex segretario pd di Montecalvario e oggi assessore "tecnico"al lavoro di Caldoro, passando per l'Udeur di Mastella). L'Udc appoggia Del Luca, e mette in prima fila nomi come Bruno Cesario e Biagio Iacolare, mentre con Caldoro troviamo Fratelli d'Italia con Marco Nonno (indimenticabile protagonista degli scontri violenti di Pianura del 2008, già vicepresidente del consiglio comunale di Napoli, indicato per aver "usato" ultras violenti per fomentare la piazza e da alcuni pentiti per legami non dimostrati con i clan della zona) e l'eterno Luciano Schifone e Vincenzo Pecorella. Nella lista "De Luca presidente" convive lo strano connubio tra Mario Raffa e Franco Malvano: il primo docente universitario e assessore al comune di Napoli dal 2008 al 2011 nell'amministrazione di Rosa Russo Iervolino, il secondo deputato di Forza Italia e candidato sindaco del Pdl proprio contro la Iervolino, della quale è stato capo dell'opposizione. Creatura ad personam è la lista Centro Democratico con De Luca. Capolista Annalisa Vessella Pisacane che aveva assicurato che non avrebbe usato il cognome del marito, ma che si sa, all'occorrenza. La sua è mirabile storia figlia del regolamento per cui "c'è una sola preferenza, ma se la seconda è donna allora puoi votare due persone,..." il marito è quel Michele Pisacane, politico avvezzo al trasformismo e all’accumulo di poltrone: nel 2006, quando ancora militava nell’Udeur di Clemente Mastella, per un periodo riuscì a fare contemporaneamente il sindaco, il parlamentare e il capogruppo in Regione. Costei eletta con manifesti senza volto ma con la sola scritta "vota pisacane" aveva detto a Metropolis " “No, se potessi tornare indietro sui manifesti metterei il mio nome… Presentarmi come la moglie di Pisacane mi ha penalizzato, sono stata mortificata dall’Udc che sta facendo la guerra a mio marito, nell’Udc c’è chi ha avuto due incarichi e a me nemmeno una vice presidenza…”. Fino all’annuncio: “La prossima volta sarò la candidata Vessella”. Il marito ha lasciato l’Udc e ha aderito ai ‘Popolari di Italia Domani’, la nuova formazione del centro destra, e la Vassella-Pisacane con lui. Vista l'aria che tira Pisacane (Michele) a gennaio 2011 entra nel gruppo a sostegno della maggioranza "Iniziativa Responsabile" (con colleghi del calibro di Giuseppe Drago, Calogero Mannino e Salvatore Romano) votando la fiducia al governo venendo eletto Segretario nell'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati in rappresentanza del nuovo gruppo. Alle primarie del Pd ha lavorato per Andrea Cozzolino e oggi... la Pisacane (Annalisa) è capolista in una lista tutta sua! Con lei tanti portatori di voti (sempre utili) semmai in strategici accoppiamenti uomo-donna comune per comune. Per par condicio anche Caldoro ha la sua creatura ad personam è "Popolari per l'Italia" che vede capolista Bianca D'Angelo assessore uscente e compagna di Enzo Rivellini (ex an, pdl, fi, fdi...)

Un vero listone misto è poi "Campania libera", con De Luca, che ospita contemporaneamente David Lebro (che dalla gioventù DC le ha passate tutte sino all'espulsione dal partito di Casini ed è consigliere comunale a Napoli), Tommaso Barbato ex parlamentare Udeur di Mastella (la cui attività parlamentare è ricordata per avere sputato in faccia al collega di partito Nuccio Cusumano in Parlamento il 24 gennaio 2008), e Tommaso Casillo (figlio del sindaco di Casoria Crescenzo Casillo) ex senatore SDI, ex sottosegretario, ex candidato cinque anni fa che per non essere stato eletto (ma con 7300 preferenze) passò in Alleanza per l'Italia (di cui non si ha molta memoria). Ma la lista è lunga. Fa da contraltare un'altra lista mista, denominata "Caldoro Presidente". Si va dal consigliere uscente Massimo Grimaldi a Caserta ad Ettore Zecchino ad Avellino (a sua volta figlio di Ortensio). Accolto il consigliere uscente dell'Udc Carmine Mocerino e l'avvocato di Maradona, Angelo Pisani, presidente della Municipalità di Scampia - altro sempiterno candidato a qualsiasi cosa e in qualsiasi occasione, e anche per lui generalmente lo schieramento non conta.

Il nuovo poi dovrebbe essere quella Ciarambino che il Movimento5Stelle candida alla presidenza della regione. Ebbene la stessa candidata alla presidenza è anche capolista per poter entrare in Consiglio perché – in virtù della nuova legge elettorale che pone soglie di sbarramento - automaticamente diventano consiglieri il vincitore e il secondo che assume il ruolo di capo dell’opposizione. Peccatuccio veniale dirà qualcuno. Del resto è candidata presidente con l'ampio consenso di ben 804 voti sul blog di Grillo sui circa 3700 pervenuti. Lei che delle primarie del Pd con oltre 100mila votanti disse "Mi viene da sorridere sebbene sia nauseata dallo spettacolo indecoroso al quale assistiamo". Bontà sua.

Con Caldoro la sempiterna lista Lega Ausonia del suo altrettanto folkloristico fondatore Gianfranco Vestuto, che dopo il risultato personale delle Europee (con ben 140 preferenze!) ha deciso si evitare di mettere il proprio nome sulla scheda. Oggi rinnega Salvini - nonostante pappa e ciccia col peggio della leganord per anni - e per far parlare di sé non ha trovato di meglio che mettere tante "belle ragazze" in lista, e c'è da scommettere che riuscirà a far parlare di sé. l'obiettivo è sempre lo stesso: i finanziamenti e i rimborsi elettorali, per il quali finì anche in causa con l'ex ministro Vincenzo Scotti. E' la politica bellezza. Giochi del destino il capolista è tale Antonio Caputo, detto "Salvini" (sic!).

Per il Partito Socialista (con De Luca) non è in lista Marco Di Lello - candidato alle primarie - e il più che longevo Carmine Simeone farà da capolista e se la giocherà con Corrado Gabriele per il credibilmente unico posto in consiglio giocato sui resti e sulle preferenze. Anche nell'IDV (con De Luca) manca il candidato-noncandidato alle primarie Antonello Di Nardo. In sua vece si punta tutto su Francesco Moxedano, già assessore di De Magistris a Napoli e politico di lunghissimo corso.

In "sinistra al lavoro" con Vozza due i nomi che emergono. L'uscente Tonino Scala e Dino Di Palma, già assessore di Antonio Bassolino al comune di Napoli con i Verdi e presidente della Provincia di Napoli. Candidatosi alle europee non è stato eletto. E proprio i verdi - ma stavolta con "Davvero Verdi" (non è uno scherzo, a scanso di daltonie) sempre con De Luca (Crescent a parte) ci regalano capolista Eleonora Brigliadori, e riescono dopo anni a mettere insieme due nomi che si sono dati guerra e battaglia. Da una parte Francesco Emilio Borrelli, delfino di Alfonso Pecoraro Scanio, già assessore provinciale (con Dino Di Palma) e che ai tempi fece "scuola politica" all'attuale vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (cinque stelle). Dall'altra Carmine Attanasio, eterno consigliere comunale che per un pò fondò anche i "verdi di forza italia" (sic) pur di essere candidato e sopravvivere. Pace fatta pare tra i due, in lista insieme. E come diceva Funari "i verdi è un bene che ci siano sempre".

In solitaria la lista "" (che in napoletano sarebbe qualcosa tipo "adesso" ma più immediata e meno renziana). Sostiene il candidato Marco Esposito, già assessore della giunta De Magistris, che ha almeno due meriti. Non candidare il suo candidato presidente come consigliere e dare spazio a gran parte della società civile al punto che (sarà sicuramente un mio limite) non ha volti vecchi né alcun inquisito (anche se lo stesso Esposito ammette "parecchie multe per divieto si sosta pagate con ritardo..." ma non fa curriculum in questo parterre).

Questo è quanto sulle liste in generale (avremo un mese per scendere nei dettagli). Liste che i partiti avevano il dovere morale e civile di "fare per bene". A guardare i sondaggi pare che andrà a votare il 50% scarso degli aventi diritto. Sempre secondo i sondaggi Caldoro e De Luca sono in una forbice di massimo 5 punti percentuali - circa 35/40% (a favore pare dell'ex sindaco di Salerno). Chi verrà eletto avrà quindi il sostegno mal contato del 23/25% degli elettori. E così anche il consiglio. Va ricordato che in base al decreto 61/2015 i consiglieri saranno così ripartiti: Avellino 4, Benevento 2, Caserta 8, Salerno 9, Napoli 27. E che su questi 50 consiglieri, 47 saranno eletti in maniera diretta e 3 "con i resti". Di più. Alla coalizione di maggioranza spetteranno, al massimo, complessivi, 27 consiglieri.

Ciascuno avrà il suo mal di pancia, ciascuno si sperticherà a guardare la pagliuzza nell'occhio altrui, e ciascuno dirà che è stato "il meglio possibile". Tutti sono certo andranno a caccia del "non hai detto questo di quest'altro..." (scusate ma se per 50 posti si candidano in 2000 non posso fare l'elenco telefonico!) Anche questo è già stato visto, letto, sentito. La verità è che per governare e fare scelte difficili per cambiare davvero questa regione c'è bisogno davvero di avere coraggio. Un coraggio che passa per dire molti più no, per non fare accordi a ribasso per questo o quel pacchetto di voti preconfezionato (che siano dei soliti nomi e potentati o dei "figli di e mogli di" in lista). Un mese prima del voto possiamo già dire che anche questa è stata l'ennesima occasione persa. E possiamo anche dire che per qualcuno è "un altro giro... poi si vedrà..."

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