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Michele Di Salvo
05 Mar

Il coraggio di Messora

Pubblicato da Michele Di Salvo  - Tags:  m5s, Beppe Grillo, Casaleggio, comunicazione tossica, Claudio Messora, complottismo, blog, libertà, articolo 21

Il coraggio di Messora

Se fossi sessista e non dessi il peso alle parole che in genere do, direi senza mezzi termini che Claudio Messora "non ha le palle". Già perché è lì che nel nostro archetipo immaginario dovrebbe risiedere identitariamente forza e coraggio. E per una strana coincidenza "palle" sono anche dette le cose non vere, in cui invece è evidente che Messora eccelle.
E quindi, un po' perché non sono sessista, un po' perché cerco di lasciare ad altri certe immagini letterarie, e un po' perché l'accostamento testicolo-menzogna è già un immagine evidente, mi esprimerò in altri termini.

Il nostro eroico blogger se l'è presa tanto perché – forse inebriato dai seguaci delle sue teorie complottiste – evidentemente ho "colpito nel segno". Perché forse è anche affascinante il gioco di rispondere e amplificare, in rete e sulla stampa, che poi alla fine genera notorietà, secondo il detto di quello che con ogni evidenza resta un suo personale guru "bene o male purché se ne parli".
Dire invece con toni pacati che bisogna essere responsabili delle menzogne che si dicono, affermare che devi rispondere delle azioni che derivano dalle tue parole, evidentemente deve avere terrorizzato il pavido Messora.
Perché per lui è un gioco di fama: sinché lo critichi, ne parli, semmai lo deridi anche, va tutto e sempre bene, quando fai un semplice richiamo alla responsabilità sociale, allora il gioco si fa serio, e i pusillanimi hanno paura.
Paura di essere denunciati per istigazione alla violenza. Tutto qui, semplicemente.
E allora che fa Messora? Lui che raccoglie 500euro dagli attivisti 5stelle per realizzare le sue interviste? Lui che è pagato con i soldi dei gruppi parlamentari, e quindi da tutti noi? (Soldi cui il Movimento di Grillo non ha minimamente rinunciato) Lui la cui assunzione a 5.000euro lordi al mese più le spese documentate è stato imposto dalla Casaleggio? Semplice, lui querela per "diffamazione"!
In che consista non è chiaro. Ovviamente. E la questione continua ad essere tutta pubblica, circoscritta in questo post, lungo, articolato, ma la cui sintesi è semplice: deve essere responsabile della sciente e volontaria pubblicazione di notizie false e tendenziose, allo scopo di delegittimare, denigrare, creare odio e astio e in rete e fomentare un fenomeno dal quale lui in prima persona trae reddito.

Ora, lui si vende al suo pubblico come un coraggioso, solo contro tutti, che non ha paura.
Si schiera contro i poteri forti, la casta, la trilaterale, la massoneria, i governi pluto-qualsiasicosa, eccetera eccetera eccetera... bene, adesso ha la concreta possibilità di dimostrarlo e adesso vediamo se è vero. O come diceva Sciascia non è che un povero quaquaraquà.
Vediamo se querela anche il Corriere della Sera. Vediamo dove si spinge il suo coraggio. Vediamo se, oltre ad un risibile e pusillanime post, querela Aldo Grasso (non me ne voglia!).
Si perché nella letteratura a cinque stelle Messora aveva evidenziato come la querela fosse “lo strumento dei potenti per mettere a tacere – quasi mafioso strumento di intimidazione – le libere voci coraggiose...” e quindi in questo ci sta che lui mi abbia querelato. "Etimologia secca" direbbe Rossi. Bene. Se qualcosa di quanto scritto da Grasso è falsa, come sostiene, lo querelasse. Se non lo querela, semplicemente ha ragione Grasso, e se ne faccia una ragione.
O siamo banalmente di fronte ad un'ammissione di mancanza di coraggio.
E dato il suo di sessismo, per tornare all'immagine iniziale che non ho fatto mia, dimostra di non avere le palle.

Aldo Grasso scripsit:

Le mille identità di Messora il porta-urla a Cinque Stelle - Dalla tv agli insulti: le capriole del blogger che si vede leader

Ecco s’avanza uno strano soldato, vien dall’Oriente e non monta destrier, si chiama Claudio Messora, pentastellato e non vuol fare prigionier: «Una guerra si può fare in molti modi, ma una volta che è iniziata deve essere portata a termine». Sui dissidenti grillini il blogger Messora ha le idee chiare: «Si vive o si muore». Nei comizi per le Europee i «morti» saranno rivendicati come segno di purezza! Ma chi è Messora, frequentatore assiduo dei programmi di Paragone, balzato agli onori delle cronache per gli insulti osceni rivolti alla Boldrini e prima ancora a Carfagna, Gelmini e Prestigiacomo? Di sé scrive: «Messora è nato ad Alessandria d’Egitto da genitori italiani. Ha studiato il pianoforte fin dall’età di cinque anni e ha compiuto studi scientifici. Prima musicista, con all’attivo molti dischi venduti in numerosi Paesi del mondo, poi project manager e amministratore delegato in start up di innovazione tecnologica...». Di sue autobiografie ne girano parecchie, spesso contraddittorie: in alcune si vanta di aver vinto come autore testi un festival di Castrocaro, in altre si confessa «berlusconiano pentito» (ha votato Berlusconi per due volte prima di insultarlo con ferocia), in altre ancora sostiene di aver «realizzato un doppio dvd sul tema della prevedibilità dei terremoti... che mette a confronto diretto i risultati della scienza e le nuove frontiere della ricerca indipendente». Messora ha molte identità: musicista, informatico, scienziato, project manager, interior designer, startuppista, complottista in stile Gaia («L’Aids non è una malattia infettiva, né è contagiosa, né tantomeno è causata da un virus...»), opinionista, antilobbista, forse solo un po’ ballista. Nonostante le molte attività intellettuali, dal suo blog Byoblu disprezza gli intellettuali: «Che significa “intellettuale”? Dov’è che ci si laurea in “intellettualità”?... È un’altra casta, con le sue baronie, i suoi intoccabili, quasi sempre schierati, che mangiano alla tavola dei privilegiati, che vanno alle prime, che scrivono prefazioni, che si invitano reciprocamente ai convegni...». Frasi sinistre già sentite in passato. Un tipo così è stato nominato responsabile della comunicazione del M5S al Senato. Per costruire un nuovo mondo sembra inevitabile affidarsi ai peggiori.

P.s. Essere querelato per aver presuntamente diffamato uno che nega l'aids, la sua contagiosità, sostiene che i terremoti siano prevedibili, secondo me è un insulto, che dite, ci sono gli estremi per querelarlo? No va, non intasiamo i tribunali, almeno sino a quando non l'opinione non tornerà ad essere reato.

Ah Claudio, visto che ci sei, querela (con soldi tuoi e non del gruppo parlamentare, cioè nostri) anche lettera43

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