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Michele Di Salvo
12 Sep

La comunicazione politica tossica

Pubblicato da micheledisalvo  - Tags:  Beppe Grillo, blog, Casaleggio, comunicazione, comunicazione tossica, disinformazione, Editoria, giornalismo, informazione, libertà, m5s, mass media, Movimento, movimento politico, pd, politica, Politica, social influence, socialnetwork, Società, spazio pubblico

Girando per il web in questo periodo, tre sono gli argomenti di maggiore indicizzazione. La crisi economica (ovviamente in chiave polemica e di opposizione al governo), lo scontro tra Renzi e Bersani nel Pd, e primo tra tutti il “caso Grillo”. Lo share più significativo – che pone quest’ultimo argomento in testa a tutti gli altri – è la straordinaria mole di commenti ed interventi, di cui circa il 70% di simpatizzanti del movimento. Ovviamente sui blog in cui esiste una “moderazione” la parola più usata è “censura” e “mancanza di democrazia”…

Non sono d’accordo. Perchè il suo ragionamento “apparentemente” e sintatticamente funziona. Concretamente no. E farò l’esempio del mio blog non volendomi fare in alcun modo portavoce del pensiero e della linea altrui…

Intanto decliniamo il concetto di “libertà di parola ed espressione”. In generale si confonde “diritto di espressione” con l’abuso di dire e poter dire qualsiasi cosa liberamente – così non è. Il diritto di espressione in questo Paese è costato guerre civili e morti, ed è una cosa seria per essere banalizzata al punto da essere confusa con un “metto il commento che mi va dome mi va, dico la mia e tu devi pubblicarla”. Questo non è uno spazio “pubblico”, ma “uno spazio privato, aperto al pubblico”.

Qual è la sottile differenza. Semplice. Che le regole del confronto rispetto ad una comunicazione tossica e scorretta stabilita da altri le “detto io in casa mia”… perché? Perché non voglio che “questa casa” – proprio perché autenticamente libera ed indipendente – si trasformi in un ring, in una piazza di urlatori, in spazio per questo o quel movimento politico che fa una comunicazione “tossica” (non è un offesa ma un termine tecnico!). http://micheledisalvo.files.wordpress.com/2012/09/la-comunicazione-politica-tossica.pdf

La piazza virtuale attraverso un dibattito virtuale regala la sensazione alle persone di essere libere di esprimersi. Non è vero – offre solo spazi non moderati che generano accessi e visitatori e quindi introiti per i siti internet (da beppe grillo al fatto quotidiano a repubblica e di qualsiasi parte politica). Ecco perché i moderatori non intervengono e lasciano commentare quanti più soggetti possibile… è traffico… siete traffico… Che dietro l’apparente “partecipazione e libertà” genera introiti… Commenti che pochissimi leggeranno e che sono solo un fiume di parole che indicizza per i motori di ricerca parole ricorrenti… Grillo, Casaleggio, Movimento5Stelle, Pd, Pdl etc etc… Anche nel web li fate crescere voi con i fiumi di parole scritte…

Cosa ha di così rivoluzionario questa “rete” rispetto alla televisione commerciale che offre gratis tette, culi, gente che urla e si scanna, soap opera e opinionisti in cambio di telespettatori che guardano gli spot e creano miti e vip? Con un rapido calcolo io se non moderassi i commenti avrei 4 volte gli accessi e i visitatori che ho oggi. Ma sapete che c’è? Che non mi interessa… …la comprendete la differenza? Non credo. Perché la teoria dello “spazio aperto = libertà” genera droga e dipendenza (anche fisica da adrenalina e testosterone, è scientificamente mostrato). E c’è un’altra differenza. Che io rispondo sempre, a tutti. Perché “mi interessa” cosa pensano le persone che vengono qui. Mi interessa davvero. Mentre ad altri – che non replicano mai – interessa solo che voi “andiate lì a fare numero e caciara”.

La questione potrebbe sembrare solo legata a Grillo e al suo movimento. La “comunicazione tossica” è virale e contagiosa. Perché se porta risultati “utili” altri la imiteranno. La sua origine? Il vuoto politico dei vecchi partiti. L’incapacità di essere spazi di dialogo, mediazione e ricezione delle istanze delle persone. Conta poco che i sondaggi elettronici messi online siano assolutamente manipolabili. Conta poco che tecnicamente puoi creare fake che modificano le presunte votazioni nei gruppi. Conta poco che si usi il metodo condorcet nelle presunte primarie. Quello che conta è che hai creato una macchina in cui “appare” che le persone partecipino attivamente, che abbiano la sensazione “a monitor” di essere attive, partecipi, protagoniste e che qualcuno le ascolta. E chiunque dica il contrario è un nemico. Perché priva le persone del “sogno” di uno spazio in cui “esistere”, in un modo che questo spazio non lo da…

E allora è semplice, dopo aver letto l’articolo, capire che un sistema di comunicazione “infettato” è ad esempio quello di Renzi, di cui cito una semplicissima espressione semantica: “se vinceremo vorrà dire che gli italiani preferiscono il nuovo, se perderemo vorrà dire che preferiscono l’usato sicuro” Frase semplice e slogan efficace. Peccato che da una persona “di sinistra” non ci si aspetta un “linguaggio utilitarista” che paragoni persone e idee a una automobile. Il virus tossico si insinua ogni qual volta si sceglie in nome di un “linguaggio veloce” il facile appeal verso “le masse” rinunciando, in sostanza, proprio alla sostanza.

È tossica la comunicazione “arancione” alla de Magistris, fatta di linguaggio semplice ma altrettanto vuoto. Declinare un’idea di “quartieri spagnoli come mont martre” senza declinare idee, progetti e tipicità, o parlare a manifesti cubitali di “lungomare liberato” senza altrettanta progettualità di contenuti, rende la politica una sorta di gara a chi meglio “appare” nell’apparente “rapporto diretto con i cittadini” che però concretamente non c’è. E nella sua autodifesa, ripropone le stesse medesime frasi fatte già dette.

L'intervento alla Social Media Week - 2012

SocialMediaItalia - La comunicazione politica tossica

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