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Michele Di Salvo
08 Nov

cos'è un piano editoriale (...almeno il mio...)

Pubblicato da micheledisalvo  - Tags:  casa editrice, collana, Editoria, editoriale, libri, Piano, Standard

Cercare di spiegare il piano editoriale di una casa editrice appare sempre abbastanza complesso. Da un lato l’editore, che almeno nelle intenzioni dovrebbe avere le idee chiare su quello che “andrà a fare”, e che spesso certe cose le considera ovvie, chiare e scontate; dall’altro i “lettori” che altrettanto spesso non riescono a cogliere un filo conduttore ed una unitarietà della linea adottata dalla casa editrice.

Cercherò quindi di tracciare quello che sarà il “piano di lavoro” su cui intendiamo muoverci come casa editrice nei prossimi anni, lasciando tuttavia a voi che leggete, e con cui ci siamo sempre confrontati, l’altrettanto arduo compito di verificare laddove riusciremo nelle nostre intenzioni e dove meno. Alla fine, chi “fa libri” li fa per “chi li legge” – e risponde concretamente ai lettori delle scelte e delle motivazioni: questo è un punto che dovrebbe essere irrinunciabile, per evitare di “fare libri per sé” e cedere ad una autoreferenzialità che conduce troppo spesso gli editori al facile equivoco che “se i lettori non leggono è colpa loro”.

Nel macro-contenitore della “narrativa” – che da sempre caratterizza le nostre scelte - poca "fiction" e molto "spazio narrativo" dedicato alle storie. Attraverso lo stile narrativo - più che in quello saggistico o poetico - si riesce, almeno in questo paese e soprattutto in questo momento, a cercare di "spostare opinione". Infondo un "buon libro" dovrebbe essenzialmente fare questo: spostare opinione, contribuire a stimolare una sorta di "massa critica delle idee". E solo le idee che si "muovono" possono generare atti concreti capaci di modificare la nostra realtà.

Due nuovi temi entreranno – ci auguriamo con sempre maggiore centralità – tra le selezioni che vogliamo proporre. Intanto il tema della “crescita” – perché se vogliamo un “mondo diverso” non possiamo che partire dalla descrizione critica di come gli uomini e le donne di domani sono uomini e donne oggi, e del percorso attraverso cui lo diventeranno. Entrare nel merito delle dinamiche dei rapporti familiari, delle dipendenze, degli strumenti attraverso cui si formano i valori ed attraverso cui si formano le scelte stesse. Descrivere la società di oggi, nei suoi processi di comunicazione e di formazione, per dare un taglio descrittivo di una realtà che ci auguriamo di contribuire a rendere dinamica, anche attraverso uno “strumento” – come un libro – che nella sua struttura “formale” appare invece statico.

Accanto, come imprescindibile compagno di viaggio, il tema dei “diritti”. I diritti negati, i diritti vissuti, quelli imprescindibili, e i “nuovi diritti”, la loro richiesta e la loro domanda e la loro difesa, come premessa ad ogni “dovere”. I diritti della persona nella famiglia, nella collettività, nelle comunità, nella società… nel mondo che ci appartiene e che appartiene a tutti, nel diritto intrinseco per ciascuno di contribuire al suo miglioramento. Il tema centrale è quindi quello, in sintesi, della consapevolezza, solo strumento attraverso il quale si può formare un individuo capace di essere in una società, e di essere libero, e protagonista delle trasformazioni.

Accanto a queste linee due “collane collettive”. Una bimestrale, tematica, dedicata ai racconti brevi - sullo stile dei "papers" americani degli anni '50 e '60 dove autori poi affermatissimi con i loro romanzi si facevano conoscere dal grande pubblico con racconti "brevi" - spesso soggetti veri e propri - di 10/15 cartelle al massimo... Veri e propri "quaderni" insomma, con uno spazio anche per la poesia e qualche spazio "tecnico" di recensione di opere "altre" e per qualche intervento - tipo intervista, piuttosto che analisi tecnica o minisaggio... Una seconda “antologica tematica” – nella quale, per tema ed argomento, verranno “lanciati” dalla casa editrice i temi unificanti per la raccolta di contributi su un dato tema – lasciando la massima libertà di interpretazione a chiunque volesse partecipare.

Il primo filone con cui vorremmo in questo senso sollecitare tutti a cimentarsi è la nostra costituzione. L’idea è quella di 12 antologie di racconti, minisaggi, poesie, dialoghi, soggetti, disegni… ispirati, tematicamente e articolo per articolo, ai primi 12 articoli della nostra carta costituzionale (si, anche la bandiera!). Un modo per conoscerla, ma anche interpretarla “autenticamente” nel vissuto, calarla nel nostro quotidiano, “leggere come viene letta e interpretata”, riproporla conoscendola consapevolmente. Su questo, chiunque, può liberamente inviare il proprio contributo.

Infine, secondo noi, quello che dovrebbe essere il carattere innovativo cui dovremmo ispirarci noi che cerchiamo (soprattutto di questi tempi) di fare questo mestiere è riuscire a coniugare nel progetto industriale dei “libri tanti” che vanno nelle “mani di molte persone” anche la capacità di creare dei “contenitori” che possano essere anche unici, che possano essere anche “pochi”… perché l’invenzione ultima di chi fa questo mestiere credo debba essere quella di dare forma e quindi “contenitore” anche a delle opere che non è detto che siano delle opere “di massa” ma che debbano essere comunque “rese al pubblico” (ossia “pubblicate”) in qualche modo. Da queste idee e da queste riflessioni nasce questo progetto, questa collana – che è appunto una“scatola” o meglio “un insieme di scatole”. Che non servono a “costringere all’interno” quanto piuttosto hanno l’ambizione di “servire a raccogliere” e ad “accogliere” quella che secondo me negli ultimi anni è sempre più la tendenza di chi fa opere di “ricerca letteraria”. Che esulano un po’ dalla poesia – intesa nel senso tradizionale della forma poetica - che raccolgono le grandi sfide che partono e passano dal gruppo 63 e dal gruppo 77 – cioè quella di usare la parola, la punteggiatura, come degli strumenti grafici che avessero un proprio senso altro ed ulteriore. Tutto questo è certamente una sfida per gli editori. Perché non lo puoi racchiudere nel “normale libro” o nel “libro tascabile” e devi essere capace – a livello di “mestiere” anche talvolta “artigianalmente” – di trovare un modo per rendere queste “nuove opere” al pubblico. Questo modo – tra le tante forme che abbiamo cercato di inventarci – è stato appunto questa scatola dentro la quale, chi vorrà, troverà dei libri “classici”, troverà delle immagini, troverà delle cartoline e troverà questa forma – che abbiamo immaginato consultando vari cataloghi – questi fogli “gsk” – che poi altro non è che un similpergamena sintetico - semitrasparente – che è stato usato ed immaginato per dare una sorta di tridimensionalità alla poesia scritta. In particolare ci sono delle poesie che possono essere lette su un primo foglio, possono essere lette nella pagina successiva, ma sovrapposte danno origine ad un terzo testo – quasi come se fosse un metatesto. E la sfida è stata proprio quella di utilizzare accanto ad un supporto stampato, cosa che classicamente avviene in un libro, anche di utilizzare la luce, come elemento visivo che poteva cambiare e cambiare la forma delle poesie e dei testi stampati su gsk. E attraverso questo percorso, queste scatole più che “un libro” diventano “oggetti”. Oggetti verso i quali abbiamo cercato di inserire quanti più elementi di impreziosimento possibile: li abbiamo numerati, sono rigorosamente concepiti in modo da non poter essere confezionati in modo diverso se non “uno ad uno a mano”, e li abbiamo privati del cd. titolo. In realtà il vero titolo è il nome dell’autore – rigorosamente autografo – il che rende comunque unica ogni singola copia. È come se volessimo fare una sorta di radiografia e di fotografia di quell’autore in quel momento e dire “questo è…” poi chiaramente c’è tanto altro… però “è qui dentro” quello che in qualche modo in quel momento quell’autore voleva esprimere e voleva raccontare. E l’augurio è che questa collana – che comincia con questi due autori – Francesco Manes e Raffaele Niro – possa arricchirsi di sempre più autori e contemporaneamente sappia cogliere la sfida di rappresentare in maniera creativa gli autori contemporanei della sperimentazione linguistica.

***

Come mia consuetudine, mi scuso per essere stato prolisso. Ritengo tuttavia che sia necessario, in un mondo in cui c’è sempre più la tendenza a “cadere sempre in piedi” e facilmente ad autoassolversi, dichiarare prima, ed in modo il più possibile “chiaro” quello che si vuol fare, come lo si vuol fare e il “perché” delle proprie scelte. Sottoporsi, in maniera chiara, partecipata e costruttiva, alla valutazione del proprio pubblico, per avere ed essere reciprocamente “cartina di tornasole” tra ciò che si dice e ciò che si è e ciò che si fa. Se la nostra vita, il modo in cui si affrontano le cose, è essenzialmente una questione di “carattere”, è indispensabile che si dichiari prima con “quale carattere” e quindi con quali caratteristiche, ed in che modo, si vuole condurre un percorso, che ci auguriamo sempre, sia sempre più condiviso da sempre più compagni di strada. …ricordando, sempre con affetto, quanto diceva Sandro Pertini: “una persona di carattere, ha sempre un brutto carattere”… mai come assoluzione, ma altrettanto sempre come monito, e se possibile, con una richiesta di “indulgenza” laddove non ne chiediamo mai sulla coerenza delle idee e delle azioni.

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